… Se Cristo è la Presenza, è il rapporto e la certezza di ogni istante, nel tempo non può non emergere il frutto. Anche dentro mille fatiche, tradimenti, errori e limiti, non si può non cogliere il dono del frutto di un umano nuovo come passione, come attenzione, come sguardo, come coinvolgimento, come intelligenza, come carità, gratuità, accoglienza e perdono; come attenzione e struggimento per gli altri, come sacrificio, come consapevolezza e giudizio... come speranza, beatitudine e gioia. La speranza e la gioia sono la sfida più reale e concreta alla mentalità del mondo. La vera speranza e la piena gioia sono solo possibili dentro la certezza, l’esperienza di una certezza, l’esperienza di una Presenza certache vince il male, il peccato, la fragilità… continuamente presenti in noi; dentro l’esperienza di un abbraccio reale e certo, in cui ci si riconosce continuamente perdonati, recuperati, ricostituiti… e che ci fa sentire realmente, sperimentalmente quello che san Paolo afferma nella sua Lettera ai Romani: “Noi sappiamo che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio, che sono stati chiamati secondo il Suo disegno”.
(Nicolino Pompei, Voi siete miei amici...)
Domenica 28 Ottobre 2018
…perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena
SANTA MESSA PRESIEDUTA DA don Armando Moriconi Assistente
VEGLIA EUCARISTICA PRESIEDUTA DA S. E. Mons. Carlo Bresciani
Mercoledì 31 Ottobre 2018
Glory glory hallelujah
Giovedì 01 Novembre 2018
SANTA MESSA PRESIEDUTA DA Mons. Emidio Rossi
Nel fuoco del Suo Amore SANTA CATERINA DA SIENA
Ti regalo la mia molla ANDREA MANDELLI
LA BIBBIA raccontata nel modo di Paolo Cevoli
Mercoledì 03 Novembre 2021
INCONTRO – TESTIMONIANZA CON: don Claudio Burgio
Un popolo in festa
Dov' é tuo fratello?
Il dramma dell’immigrazione alla porta della nostra coscienza
Questa domanda, pronunciata da Papa Francesco nell’omelia dell’8 luglio 2013 a Salina (Lampedusa), provoca la coscienza di ciascuno di noi di fronte alla più grande emergenza umanitaria del nostro tempo: l’emigrazione verso l’Europa occidentale di intere popolazioni dell’Africa sub-sahariana, dell’Africa del Nord, del Medio Oriente, in fuga dalle guerre, dalle persecuzioni religiose, dalla fame. Si tratta della più grande emergenza umanitaria del nostro tempo che non può non interpellare la coscienza e la libertà di ciascuno.
Più vivi, più umani
Giovani Santi
Sono molti i giovani santi che, con la loro stessa vita, mostrano “il volto più bello non solo della Chiesa ma della stessa umanità” (Papa Francesco, Gaudete et exsultate). Questa mostra, nata dalla provocazione del Sinodo sui giovani, ci fa incontrare nove ragazzi vissuti in periodi storici e condizioni molto diversi, uniti però dallo stesso amore a Cristo e dall’evidenza che seguire Lui fa ritrovare “più vivi, più umani” (Ibi). Ancora molto giovani, sono tutti testimoni di una maturità e di una pienezza di fede e di vita eccezionali. Alcuni sono già canonizzati, mentre per altri è in corso il processo di beatificazione; tutti sono comunque considerati santi da chi li ha conosciuti.
Cantate un canto nuovo
Mostra sull’origine e la storia del canto e della musica
Il canto, in tutte le sue forme e funzioni, è materia vasta e incantevole che accompagna da sempre l’avventura terrena di tutti gli uomini. La voce è il primo “strumento musicale” di cui ciascun uomo è fornito e non c’è cultura, per quanto arcaica, che non rechi traccia di musica vocale. La mostra si prefigge di descrivere la storia del canto, dalle origini ai giorni nostri e, con l’ausilio di brani di vario genere musicale e di testimonianze e citazioni di uomini illustri, è volta a sottolineare l’universalità del linguaggio del canto e della musica usato in tutto il mondo per esprimere l’uomo, il suo cuore, il suo io, senza limiti sociali, di spazio, di tempo, di razza o sesso.
Sente profondamente, sente con tenerezza
In cammino con Van Gogh
“Voglio fare tali progressi che la gente possa dire delle mie opere: «Sente profondamente, sente con tenerezza» – malgrado la mia cosiddetta rozzezza e forse perfino a causa di essa”. È Vincent Van Gogh che scrive al fratello Theo nel 1882. Ed è anche il cuore della mostra che attraverso la proposta e l’incontro con alcuni suoi scritti e capolavori, cerca di restituire l’immagine di un uomo che ha vissuto intensamente tutta la condizione umana. Nelle energiche e vibranti pennellate, in un continuo rapporto con il reale che ha cercato di descrivere, conoscere e mai evadere, ritroviamo quell’irriducibile bisogno di amore, di pace e di salvezza che è comune a tutti gli uomini.