Sin dalla Sua nascita, Gesù ci sorprende rovesciando ogni nostra idea di Lui. Nella stalla di Betlemme pastori e Magi trovarono un Bambino, semplicemente un Bambino, e con Lui una donna e un uomo. Niente di apparentemente grandioso. Niente di straordinario. Niente di eccezionale. Una nascita come tutte, anzi più umile e misera di altre. Dio avrebbe potuto manifestare la Sua potenza e la Sua grandezza con segni prodigiosi anche al momento della Sua nascita, e invece “si mostra a noi umile «infante» per vincere la nostra superbia. Forse ci saremmo arresi più facilmente di fronte alla potenza, di fronte alla saggezza”. Ma non è questo ciò che Dio vuole da noi. “Non vuole la nostra resa; fa piuttosto appello al nostro cuore e alla nostra libera decisione di accettare il suo amore” – dice il Papa nel brano dell’Udienza del 17 dicembre 2008, scelto per il Volantino di Natale di quest’anno.

La diciannovesima edizione del Convegno Fides Vita è stata un immenso dono per la grazia che abbiamo avuto di continuare a sperimentare, nella straordinarietà della settimana vissuta, la convivenza e la contemporaneità con Cristo, in un raduno concorde della nostra Compagnia. Siamo, infatti, “cum-venuti” dalle diverse parti d’Italia in cui il nostro Movimento è presente, per ritrovarci uniti nello stesso cuore desideroso di Cristo e sinceramente tesi a lasciarci investire dalla Sua Presenza.

Lo scorso 25 ottobre, primo giorno del nostro XIX Convegno, abbiamo avuto il dono di ospitare S. E. R. Mons. Giuseppe Molinari, Arcivescovo de L’Aquila, e l’Avvocato Maurizio Cora. Accostandosi alla testimonianza di questi due uomini, ciascuno di noi ha potuto riconoscere il Volto di Colui che solo può rispondere alla domanda di senso che perseguita il cuore dell’uomo.

“Qui sta il vero guadagno della vita: la nostra fede!”. Con queste parole il nostro Vescovo ha concluso l’omelia della Santa Messa celebrata nel giorno di apertura del nostro XIX Convegno; un giudizio netto, chiaro ma che potrebbe quasi stonare per l’accostamento tra un termine che consideriamo estremamente pragmatico, e direi anche misurabile -guadagno -e una parola -fede -che si rappresenta al nostro immaginario come qualcosa di “spirituale”, di personale ed in quanto tale estremamente soggettivo e non definibile in termini concreti.

La testimonianza della conversione di Alessandra Borghese è stata occasione di fare particolarmente memoria dell’incontro iniziale che ciascuno di noi ha vissuto con la Compagnia. Incontro che ha avuto la fragile apparenza di un caso, e che nel tempo ha assunto la potenza di un Evento.

Tutti gli incontri che abbiamo vissuto al nostro XIX Convegno sono stati per me un preziosissimo aiuto a comprendere di più la Grazia del nostro cammino nella vita della Chiesa, anche come testimonianza della cattolicità della nostra Compagnia sempre aperta e rivolta ad ogni uomo, alla totalità e all’interezza di ogni uomo, alla considerazione totale ed intera della realtà, di ciò che c’è nella realtà.

Alcune testimonianze ricevute dopo il Convegno dagli amici della Compagnia.

Il pensiero del prof. Leo Moulin, di cui l’articolo riporta alcuni passaggi di un incontro tenuto sul Medioevo ed in particolare sull’Inquisizione, risulta non solo mirabilmente lucido e sapientemente oggettivo, ma anche più che mai attuale nel contesto culturale italiano ed europeo sviluppatosi negli ultimi decenni.

Continuiamo a riproporre il ciclo di incontri sulla “Familiaris Consortio”, dal titolo “Matrimonio e famiglia: amore alla Verità, passione per il Destino”, pubblicando l’incontro tenuto dal prof. José Noriega Bastos, vicepresidente del “Pontificio Istituto Giovanni Paolo II”, per essere aiutati a comprendere che “il compito fondamentale della famiglia è il servizio alla vita, il realizzare lungo la storia la benedizione originaria del Creatore, trasmettendo nella generazione l’immagine Divina da uomo a uomo”.