NUMERO 2 / ANNO 2021
Ricominciando da Uno
Pochi giorni fa, in occasione della festa di San Benedetto da Norcia, mi sono ritrovata a riprendere il periodo storico delle invasioni barbariche e della nascita del monachesimo occidentale e della sua diffusione. Sono rimasta nuovamente colpita dall’incessante operosità dei monaci che, dopo ogni razzia e distruzione da parte dei barbari, ricominciavano a costruire e a lavorare, senza fermarsi o lasciarsi bloccare dal reale pericolo di nuove devastanti invasioni. Mi ha particolarmente fatto riflettere anche l’evidenza che di questi barbari, che invadevano e depredavano tutto con l’unico intento di prendere nel presente ciò che era possibile, non è rimasto un popolo né una cultura. I monaci invece hanno edificato l’Europa, sviluppando le radici culturali cristiane. Grazie a loro si è formata ed è cresciuta la nostra cultura e delle loro invenzioni beneficiamo ancora (dagli innesti alle lenti, dalla birra ai biscotti, dai libri classici al latino…). A farli ricominciare sempre non era un personale spirito di iniziativa una propria tenacia - che a poco sarebbero valsi, come ognuno può facilmente verificare nella propria esperienza - ma la certezza della fede che era per loro l’Avvenimento decisivo che li muoveva ed animava.
Ricominciavano sempre da Cristo, e questo ha fatto la differenza, segnando addirittura non solo la storia personale di questi uomini ma la storia del popolo e dell’Europa, che hanno contribuito a formare e cambiare. In un incontro con il Vescovo di San Benedetto del Tronto, alcuni anni fa, a questo proposito Nicolino diceva: “Dopo il crollo totale di una civiltà [Dio]ha suscitato e spinto non un prete, ma un laico, un giovane, un semplice battezzato, Benedetto da Norcia, a ripartire dall’Essenziale, cioè da Cristo stesso, trascinando con sé una moltitudine di uomini, compreso un grande Papa. Proprio ricominciando da Uno e non anteponendo mai nulla all’Amore di Cristo” (Nicolino Pompei, Quello che abbiamo di più caro…). La capacità di ricominciare sempre è propria dei cristiani, di ogni epoca e periodo, perché non dipende da condizioni e circostanze ma dalla presenza di Cristo, incontrato e continuamente riconosciuto vivo. Scoprirsi già e sempre guardati e amati genera la possibilità del cambiamento. Particolarmente caro e presente in questo momento è per me, ad esempio, il dialogo di Gesù con il buon ladrone, che al cuore di questo numero ritroviamo in un intervento di Nicolino. Ugualmente mi sta tanto accompagnando l’incontro di Gesù con Pietro dopo il tradimento dell’apostolo e la resurrezione del Maestro. Gesù non riparte dall’errore di chi ha scelto come Suo vicario, ma dalla sua elezione. Semplicemente Gesù guarda Pietro, come in quell’attimo in cui si incrociano nel cortile della casa del sommo sacerdote. Sentendosi guardato così, Pietro pianse. Anche per me e per ciascuno di noi, quello sguardo d’amore e di misericordia che ci precede e ci raggiunge sempre, è la possibilità di ricominciare sempre, ne avessimo anche fatte di tutti i colori. “Anche solo per il cedimento di un istante alla sua infinita misericordia, la nostra vita può sorprendersi sempre nell’esperienza di un nuovo inizio e costellata di nuove ripartenze. Ed è proprio necessario che non venga mai meno l’esperienza di un nuovo inizio, di una rinnovata attrattiva, di una sorprendente rinascita se non vogliamo ritrovarci, al posto di uno sguardo commosso, di una commossa e sconfinata gratitudine e passione esistenziale, la pesantezza e la tristezza di una vita e di un’appartenenza fatta solo di parole e pensieri astratti, formulazioni e definizioni teoriche di contenuti di verità, che possono solo appesantire la testa, imprigionarci a degli schemi, arrestare la nostra maturazione, inchiodarci a una continua lamentazione piena di rancore e di pretese verso gli altri; che possono solo farci ritrovare a indossare delle maschere o a recitare delle parti per cercare di mostrare ciò che non siamo perché lontani e decentrati da Cristo, e quindi dall’esperienza di quell’umano redento e di quell’impareggiabile vita che sempre e dappertutto nominiamo e richiamiamo. Ma la presenza di Gesù è sempre più grande e non indietreggia mai da noi, non si stanca mai di noi, non si stanca mai di riprenderci, di perdonarci, di assolverci e farci ricominciare (Nicolino Pompei, Mi sei scoppiato dentro al cuore).
Barbara Braconi
Ricominciando da Uno
La capacità di ricominciare sempre è propria dei cristiani, di ogni epoca e periodo,perché non dipende da condizioni e circostanze ma dalla presenza di Cristo che sempreci viene incontro e che continuamente è da riconoscere presente e vivo.
Nell’esperienza di un grande amore tutto diventa avvenimento nel suo ambito
Ognuno di noi, si ritrova a scrivere lettere o messaggi a Nicolino, o ad altri amici della Compagnia, per il desiderio di consegnare il proprio cuore e condividere quanto sta imparando, il proprio sguardo e il proprio giudizio rispetto a un fatto vissuto o a un momento attraversato… sempre nella certezza di essere accolti, di essere portati nella preghiera e di essere sostenuti dall’insegnamento e dalla testimonianza del nostro carisma.