Sono molti i giovani santi che, con la loro stessa vita, mostrano “il volto più bello non solo della Chiesa ma della stessa umanità” (Papa Francesco, Gaudete et exsultate). Questa mostra, nata dalla provocazione del Sinodo sui Giovani, ci fa incontrare alcuni ragazzi, vissuti in periodi storici e condizioni molto diversi, uniti però dallo stesso amore a Cristo e dal riconoscimento che seguire Lui fa ritrovare “più vivi, più umani” (Ibi). Alcuni sono già canonizzati, mentre per altri è in corso il processo di beatificazione; tutti sono comunque considerati santi da chi li ha conosciuti. Ancora molto giovani, sono tutti testimoni di una maturità e di una pienezza di fede e di vita. Nella malattia o nelle persecuzioni subite da vari regimi, nello studio o nel lavoro, nel matrimonio o nel sacerdozio come in tutti i rapporti e le circostanze che hanno vissuto mostrano quel “di più” di umano, di intelligenza, di libertà, di operosità e passione che suscitano inevitabilmente l’attrattiva di chi li incontra. Pensata come uno strumento attraverso cui particolarmente i giovani possano conoscere la santità di ragazzi vicini alla loro età e alla loro esperienza, questa mostra è un aiuto per tutti a incontrare nuovamente il Cristianesimo come un’esperienza bella e attraente, semplice e possibile. I giovani santi che in essa incontriamo ci mostrano che “santità non è farsi lapidare in terra di Pagania o baciare un lebbroso, ma fare la volontà di Dio, prontamente, si tratti di restare al nostro posto, o di salire più in alto” (Paul Claudel, L’annuncio a Maria). Spesso tendiamo a pensare i santi come dei super eroi, dei super uomini e la santità come una specialità dell’umano, un sovrappiù dell’umano, un al di là dell’umano. “I santi – nel linguaggio paolino e nella tradizione della Chiesa – sono i cristiani, cioè gli uomini che vivono in Cristo, che vivono tutto nell’Avvenimento di Cristo redentore. […] La santità è proprio la pienezza dell’umano, è l’umano vero, pieno, è l’umano che viene rivelato, compiuto, esaltato dal rapporto con Cristo redentore. Ed è santo colui che è tutto dentro l’appartenenza a Cristo, che testimonia Cristo – nel parto di un umano nuovo – in tutto quello che fa. È l’uomo nuovo di cui dice sempre san Paolo. È l’uomo che lascia svelare la sua vera umanità da Colui che è la verità di tutto e di tutti. Nella compagnia dei santi, infatti, si impara la vera umanità. Ci si ritrova attratti dalla loro umanità, così piena, così libera e intelligente, così carica e consumata dall’amore a tutto e a tutti, così splendente di bellezza, così fecondamente operativa dappertutto. Ed è così evidente questa umanità, da ritrovarsi il prorompente bisogno di imitazione, di sequela, di amicizia con loro, proprio perché così provocante la vita nella sua verità, nella sua bellezza, nella sua gioia e pienezza” (Nicolino Pompei, Voi siete miei amici…).