"Da quello che era «il Paese originario della fede», ma dove si sono sviluppati «una laicità, un anticlericalismo, un secolarismo forte e aggressivo», Benedetto XVI ha richiamato sia l'Europa che la stessa Spagna laicista di Zapatero a non rinnegare le proprie radici cristiane, ma a «edificare il presente e progettare il futuro» proprio su di esse: aprendosi quindi all'«incontro con Dio», senza paure di sorta. Il Papa è arrivato sabato mattina a Santiago de Compostela, prima tappa di questa due-giorni in terra iberica, non mancando di fare riferimento alla «laicità aggressiva» della Spagna di oggi – dove sono state introdotte leggi come quelle sui matrimoni e le adozioni gay, sul divorzio express e sull'aborto –, indicandone addirittura gli antecedenti agli anni 30, quando qui i cattolici venivano perseguitati durante la Guerra Civile. Rispondendo ai giornalisti in aereo, Ratzinger ha auspicato per il futuro «un incontro, non uno scontro, tra fede e laicità». E dicendosi «pellegrino tra i pellegrini», in quest'anno giubilare che lo ha portato nella città del "cammino" compostelano, ha sottolineato come siano stati propri i pellegrini cattolici da tutto il continente a costruire nei secoli «l'identità comune europea»" (da Avvenire del 6 novembre).
Nella serata di sabato il Santo Padre si è trasferito a Barcellona dove nella giornata di domenica 7 novembre, accolto da centinaia di migliaia di fedeli, ha presieduto la storica consacrazione della Sagrada Familia, il capolavoro di Antoni Gaudì anima e artefice di tutto il progetto della Sagrada Familia in costruzione da ben 128 anni. Infatti Gaudì ha dedicato tutta la sua vita a questa impresa di edificazione di una cattedrale costruita solo ed esclusivamente con le offerte “de los pobres”.
"Cosa significa dedicare questa chiesa?" ha domandato il Santo Padre durante la sua Omelia. "Nel cuore del mondo, di fronte allo sguardo di Dio e degli uomini, in un umile e gioioso atto di fede, abbiamo innalzato un’immensa mole di materia, frutto della natura e di un incalcolabile sforzo dell’intelligenza umana, costruttrice di quest’opera d’arte. Essa è un segno visibile del Dio invisibile, alla cui gloria svettano queste torri, frecce che indicano l’assoluto della luce e di colui che è la Luce, l’Altezza e la Bellezza medesime". Benedetto XVI ha poi condiviso la gioia tutta particolare di questo evento: "La gioia che provo nel poter presiedere questa celebrazione si è accresciuta quando ho saputo che questo edificio sacro, fin dalle sue origini, è strettamente legato alla figura di san Giuseppe. Mi ha commosso specialmente la sicurezza con la quale Gaudí, di fronte alle innumerevoli difficoltà che dovette affrontare, esclamava pieno di fiducia nella divina Provvidenza: «San Giuseppe completerà il tempio». Per questo ora non è privo di significato il fatto che sia un Papa il cui nome di battesimo è Giuseppe a dedicarlo".
Al nostro XVII Convegno, precisamente il giorno 1 novembre 2007, abbiamo ospitato il prof. Etsuro Sotoo che nel 1978 ha iniziato a lavorare come scultore della Sagrada Familia. Ha realizzato centinaia di sculture e nel 2000 ha completato, con i "quindici angeli", la Facciata della Natività iniziata da Gaudì più di cento anni prima.
Sotoo ci ha portato la sua testimonianza personale non solo come scultore eccezionale quale egli è ma ancor di più come uomo colpito e affascinato dalla persona di Gaudi, da colui che è stato un magnifico architetto, una persona felice e consapevole che quello che stava realizzando altro non era che la possibilità di collaborare alla creazione di Dio. Attraverso l'incontro con il lavoro alla Sagrada Familia e l’incontro con Gaudí, di cui è in corso il processo di beatificazione, il prof. Sotoo ha incontrato e aderito al Cristianesimo.
Pubblichiamo il testo dell'Incontro del Prof. Etsuro Sotoo al nostro XVII Convegno presente negli Atti del Convegno 2007.
Incontro con il prof. Etsuro Sotoo
Mostra itinerante
Omelia del Santo Padre Benedetto XVI per la dedicazione della della Chiesa
Angelus