Il senso e il centro del Sinodo: la famiglia e la sua missione evangelizzatrice
“Grembo di gioie e di prove, di affetti profondi e di relazioni a volte ferite, la famiglia è veramente “scuola di umanità” (cf. GS, 52), di cui si avverte fortemente il bisogno. Nonostante i tanti segnali di crisi dell’istituto familiare nei vari contesti del “villaggio globale”, il desiderio di famiglia resta vivo, in specie fra i giovani, e motiva la Chiesa, esperta in umanità e fedele alla sua missione, ad annunciare senza sosta e con convinzione profonda il “Vangelo della famiglia” che le è stato affidato con la rivelazione dell’amore di Dio in Gesù Cristo e ininterrottamente insegnato dai Padri, dai Maestri della spiritualità e dal Magistero della Chiesa. La famiglia assume per la Chiesa un’importanza del tutto particolare e nel momento in cui tutti i credenti sono invitati a uscire da se stessi è necessario che la famiglia si riscopra come soggetto imprescindibile per l’evangelizzazione. Il pensiero va alla testimonianza missionaria di tante famiglie” (Instrumentum laboris, 2015). È con la consapevolezza del valore centrale della famiglia che domenica 4 ottobre 2015 prenderà il via in Vaticano la XIV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi. I padri sinodali daranno seguito ai lavori iniziati durante la III Assemblea Generale Straordinaria del 2014, dal tema “Le sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell’evangelizzazione” – che si è svolta dal 5 al 19 ottobre 2014 – volta a raccogliere testimonianze e proposte per annunciare e vivere credibilmente il Vangelo per la famiglia.
L’imminente Sinodo, che si svolgerà fino al 25 ottobre, vedrà la partecipazione di centinaia di persone: non solo vescovi e prelati, ma anche studiosi di teologia, uomini e donne impegnati nelle pastorali delle famiglie e naturalmente coppie di coniugi, fulcro di tutti i lavori.
L’Assemblea affronterà dunque il delicato e attualissimo tema della vocazione e della missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo. Il lungo cammino sinodale sarà scandito da tre momenti intimamente connessi, che segneranno i lavori delle tre dense settimane di assemblea: l’ascolto delle sfide sulla famiglia, il discernimento della sua vocazione, la riflessione sulla sua missione, certi che – come affermato da Papa Francesco davanti alla Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, il 20 settembre 2014, “[…] le famiglie sono alla base dell’opera evangelizzatrice, con la loro missione educativa e con la partecipazione attiva alla vita delle comunità parrocchiali”. Il Sinodo, precisa il cardinal Baldassarri, segretario generale dell’Assemblea, non è un parlamento, ma è il luogo dell’ascolto, del discernimento e delle decisioni prese cum Petro e sub Petro, con l’assistenza dello Spirito Santo. Lo scopo, dunque, è proprio quello di riflettere e analizzare le diverse realtà che riguardano il vissuto della famiglia, verificare i passi da compiere attraverso l’ascolto umile e reciproco e alla luce del Vangelo, maturare poi proposte e soluzioni, nel rispetto della verità e nella carità, e redigere quindi un documento che sarà consegnato nelle mani del Papa.
Il questionario e l’Instrumentum laboris: preziosi strumenti di lavoro
I lavori avranno come base di riflessione l’Instrumentum laboris.
Il documento, presentato lo scorso 23 giugno nella Sala stampa della Santa Sede, dai cardinali Baldisseri ed Erdő, relatore generale, e dall’arcivescovo Forte, segretario speciale, riporta interamente la Relatio synodi conclusiva della precedente assise sinodale, integrata con la sintesi delle risposte al questionario proposto dalla Segreteria sinodale a tutte le Chiese del mondo: 99 fatte pervenire da organismi aventi diritto e 359 inviate liberamente da diocesi e parrocchie. Tale questionario, che constava di 46 domande relative, ad esempio, all’indissolubilità e della bellezza del sacramento del matrimonio, alla misericordia salvifica di Dio, al compito di evangelizzazione della famiglia, alle famiglie ferite (separati, divorziati non risposati, divorziati risposati, famiglie monoparentali) e alle coppie che vivono unioni civili o convivenze, ha avuto l’importante obiettivo di sollecitare l’approfondimento del lavoro iniziato nel corso dell’Assemblea Straordinaria e comprendere dalla base la realtà familiare, i problemi, le situazioni di difficoltà, le opinioni e le speranze.
Le questioni fondanti del Sinodo: le sfide del XXI secolo
L’Instrumentum laboris tratta punti cruciali e di grandissima attualità, segno di come la Chiesa abbia davvero a cuore la realtà tutta intera. Questo prezioso ed interessante strumento di lavoro parte da una presa di coscienza importantissima: i matrimoni, sia religiosi che civili, sono in calo, mentre crescono le separazioni, i divorzi, la denatalità, la paura dei giovani ad assumersi impegni definitivi. Senza usare giri di parole, i redattori mettono in evidenza le mille contraddizioni culturali della nostra epoca, segnata, ad esempio, dal fatto che “si registra la crescente tendenza a concepire la generazione di un figlio come uno strumento per l’affermazione di sé, da ottenere con qualsiasi mezzo”, un’era secondo cui “l’identità personale e l’intimità affettiva devono affermarsi in una dimensione radicalmente svincolata dalla diversità biologica tra maschio e femmina” e in cui si vuole riconoscere “la titolarità matrimoniale” a coppie istituite indipendentemente dalla differenza sessuale. Di qui, il richiamo ad un “migliore approfondimento umano e culturale, non solo biologico, della differenza sessuale” perché la sua rimozione “è il problema, non la soluzione”. La famiglia, pur nella sua fragilità dovuta a guerra, migrazioni, tossicodipendenza, alcolismo, disoccupazione, povertà, usura, cultura dell’usa e getta, congiuntura economica sfavorevole ed ambigua e ad una sostanziale latitanza da parte delle istituzioni, è riconosciuta con forza come “pilastro fondamentale e irrinunciabile del vivere sociale”, “risorsa insostituibile per lo sviluppo armonico di ogni società umana”, che necessita di politiche adeguate a suo sostegno. È certamente la famiglia fondata sul sacramento del matrimonio, dono indissolubile, che viene sollecitata a dare un annuncio di speranza, affinché testimoni la bellezza del Vangelo senza nascondere ciò in cui crede, in solidarietà con i poveri e i diversi, custodendo il creato, promuovendo il bene comune e utilizzando un “linguaggio che susciti speranza”, lontano da moralismi, giudizi, pregiudizi e controlli, capace di raggiungere tutti, soprattutto i giovani. Un enorme gesto di carità che le famiglie possono compiere è quello di sostenere il cammino di quelle coppie che vivono il matrimonio civile o la convivenza “così che possano, gradualmente, giungere fino alla pienezza dell’unione sacramentale”, riconosciuta come “dono che arricchisce e fortifica la vita coniugale e familiare”. In questo affascinante compito di evangelizzazione, la famiglia deve essere chiaramente sostenuta dalla Chiesa, che, come una madre fa con i suoi figli, deve accompagnare sia i momenti di gioia che quelli di sofferenza, per evitare “rovinose contrapposizioni tra i coniugi” che poi ricadono inevitabilmente sui figli.
L’Instrumentum tocca inoltre un altro tema di grandissima attualità, quello delle famiglie ferite da separazioni e divorzi, per le quali non deve mai mancare la misericordia soprattutto per il bene dei figli. Si auspica il tal senso un’adeguata preparazione dei sacerdoti a “questo ministero di consolazione e cura” nei confronti di quanti si trovano travolti dal fallimenti del proprio matrimonio. Allo stesso tempo, la Chiesa deve esprimere “apprezzamento e sostegno” a coloro che non intraprendono una nuova unione, rimanendo fedeli al vincolo. Si evidenzia inoltre che la Chiesa dovrà altresì riflettere sulle attuali forme di esclusione liturgico-pastorali dei divorziati risposati, facendo particolare attenzione a coloro vogliano riaccostarsi all’Eucaristia. Si fa strada l’ipotesi di una “via penitenziale” sotto l’autorità di un vescovo, basata sul pentimento, sulla verifica dell’eventuale nullità del matrimonio e sulla decisione di vivere in continenza. Il documento accenna poi alle unioni omosessuali: pur ribadendo la contrarietà della Chiesa alle nozze gay, si ricorda che “ogni persona, indipendentemente dalla propria tendenza sessuale, va rispettata nella sua dignità ed accolta, con sensibilità e delicatezza, nella Chiesa e nella società”. Si fa dunque strada l’auspicio di progetti pastorali specifici per le persone omosessuali e le loro famiglie.
Un ultimo richiamo viene fatta a tutti i genitori: siano essi per i figli “primi educatori e testimoni della fede” e siano “vigili e responsabili” nei confronti dei programmi scolastici ed educativi.
Le sfide che il Sinodo si propone di affrontate sono dunque tante e di sicuro dovranno essere accolte con coraggio, ragionevolezza e trasparenza, certi che, mai come adesso, l’unità della Chiesa e dei suoi fedeli è il fondamentale strumento per rispondere ai grandi interrogativi che i tempi moderni ci mettono di fronte.
La preghiera di Papa Francesco
Durante le tre settimane di lavoro di sicuro non mancherà la guida amorevole di colui che ha voluto con tutte le forze questo Sinodo sulla famiglia, il nostro amato Papa Francesco. “Vi chiedo per favore di non far mancare la vostra preghiera – ci esortava il Santo Padre durante l’udienza generale dello scorso 25 marzo –. Tutti – Papa, Cardinali, Vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose, fedeli laici – tutti siamo chiamati a pregare per il Sinodo. Di questo c’è bisogno, non di chiacchiere! Invito a pregare anche quanti si sentono lontani, o che non sono più abituati a farlo. Questa preghiera per il Sinodo sulla famiglia è per il bene di tutti. So che stamattina vi è stata data su un’immaginetta, e che l’avete tra le mani. Forse sarà un po’ bagnata. Vi invito a conservarla e a portarla con voi, così che nei prossimi mesi possiate recitarla spesso, con santa insistenza, come ci ha chiesto Gesù. Ora la recitiamo insieme:
Gesù, Maria e Giuseppe,
in voi contempliamo
lo splendore dell’amore vero,
a voi con fiducia ci rivolgiamo.
Santa Famiglia di Nazareth,
rendi anche le nostre famiglie
luoghi di comunione e cenacoli di preghiera,
autentiche scuole del Vangelo
e piccole Chiese domestiche.
Santa Famiglia di Nazareth,
mai più nelle famiglie si faccia esperienza
di violenza, chiusura e divisione:
chiunque è stato ferito o scandalizzato
conosca presto consolazione e guarigione.
Santa Famiglia di Nazareth,
il prossimo Sinodo dei Vescovi
possa ridestare in tutti la consapevolezza
del carattere sacro e inviolabile della famiglia,
la sua bellezza nel progetto di Dio.
Gesù, Maria e Giuseppe,
ascoltate, esaudite la nostra supplica. Amen”.
Accogliamo l’invito alla preghiera di papa Francesco e invochiamo su quanti prenderanno parte all’Assemblea la discesa dello Spirito Santo, affinché accompagni e sostenga il loro agire, certi che il Sinodo porterà una ventata di freschezza e nuova linfa all’opera evangelizzatrice della famiglia.
XIV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi [4-25 ottobre 2015]
Relazione finale (24 ottobre 2015)