“Sempre di più mi trovo a «reagire» quando sento parlare dei giovani come se fossero un «mondo a parte», un fenomeno separato da tutto il resto. Non sono una categoria sociologica da analizzare, commentare, stigmatizzare, di cui preoccuparsi o su cui porre la nostra fiducia (o sfiducia) per un futuro più (o meno) roseo…”.