QUELLO CHE ABBIAMO DI PIÙ CARO

Dal profondo del nostro cuore: grazie Santo Padre!

Pubblichiamo ciò che Nicolino, raggiunto dall’annuncio della rinuncia al ministero petrino di Benedetto XVI, ha desiderato ardentemente consegnare al cuore di ciascuno di noi "

Il mio vero programma di governo è quello di non fare la mia volontà, di non perseguire mie idee, ma di mettermi in ascolto, con tutta quanta la Chiesa, della parola e della volontà del Signore e lasciarmi guidare da Lui". Sono le parole che Benedetto XVI pronunciò durante l'omelia della Santa Messa di inizio pontificato. Nell'imprevisto, drammatico e sconvolgente gesto di rinuncia al suo ministero petrino non possiamo che ritrovare il massimo compimento di queste sue parole. La stupefacente testimonianza di inaudita libertà, di radicale umiltà e di assoluto amore di un uomo totalmente spalancato e consegnato alla volontà di Dio, realmente immedesimato con il Signore Gesù e fedelmente mobilitato per il bene e l'edificazione della Santa Chiesa. Ancora una volta il Papa ha mostrato trasparentemente ed evidentemente chi è e dove risiede tutta la sua consistenza di uomo e di pastore. Richiamando a ciascuno che la Chiesa è la Chiesa del Signore Gesù e che è lo Spirito del Signore Risorto, vivo e presente, che la fa e la guida attraverso coloro che Lui chiama.

Per questo, seppur profondamente attoniti, ci ritroviamo ancor più investiti da una inarrestabile e tenerissima commozione filiale. Una commozione che sgorga senza sponde. Non solo per la gratitudine di ciò che abbiamo ricevuto in maniera luminosa e impareggiabile dal suo magistero - un incessante aiuto perché la nostra vita fosse continuamente, razionalmente e massimamente affermata in tutto dalla fede, dalla presenza di Cristo riconosciuto come Avvenimento e attrattiva contemporanea al nostro umano - ma anche per l'ulteriore, struggente e disarmante testimonianza che ci ha dato con questo gesto. Un'ulteriore testimonianza di umiltà, povertà e libertà di chi vive nell'identità della fede e che non può non interpellare e provocare la vita di ciascuno, proprio di ciascuno. Lasciarsi provocare su ciò che abbiamo di più caro e sulla consistenza del nostro umano; su chi è il reale fondamento in cui poggiamo e concepiamo la vita in tutto il suo rapporto con la realtà. Lasciarsi provocare alla irrinunciabile e irrimandabile domanda su chi è Cristo per noi, alla verifica della nostra fede e della nostra appartenenza a Cristo e alla sua Santa Chiesa come l'Avvenimento affermativo e decisivo della nostra vita; all'esperienza dell'intelligenza della fede come intelligenza della realtà tutta. Lasciarsi realmente e profondamente provocare solo per il desiderio di lasciar guadagnare a noi stessi la medesima, impareggiabile e sublime esperienza di amore sino alla immedesimazione con la presenza di Gesù e di assoluta disponibilità alla volontà del Signore che, fin dentro questo gesto, il Papa ci ha mostrato.

Con questo cuore gonfio di commozione accogliamo con incontenibile, stupefatta e filiale gratitudine questo ultimo e radicale gesto di amore del Santo Padre, riconosciuto per la vita, il bene e l'opera di edificazione della Santa Chiesa nel mondo; per la vita, il bene e la salvezza di ogni uomo. E continuiamo - come mai abbiamo mancato di fare ogni giorno - ad affidare la sua persona, la sua vita e la sua paternità a Maria Santissima, perché lo stringa tra le sue braccia di madre e sempre lo accompagni tenerissimamente in quello che sarà chiamato a vivere, nel silenzio e nella preghiera, per continuare a servire la Chiesa di Cristo e i suoi figli.

In comunione con tutta la Chiesa, congiunti al cuore di Benedetto XVI, osiamo, già fin d'ora, mendicare l'intercessione della Madonna e la presenza dello Spirito Santo perché suggerisca e assicuri alla Santa Chiesa il dono di un Padre che la guidi e la governi, servendola e amandola come successore di Pietro e come dolce Cristo in terra.

Dal profondo del nostro cuore: grazie Santo Padre, uomo radicalmente innamorato di Cristo, umilissimo e fedele servitore della vigna del Signore, luminosissimo maestro e indomabile testimone!

Nicolino Pompei

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