nel frammento

NUMERO 3 / ANNO 2019

TUTTO, MA PROPRIO TUTTO…

di Barbara Braconi

Nel mio lavoro ho il privilegio di poter ascoltare molto le persone. Solitamente la richiesta di appuntamento parte da qualcosa che non va o che manca (poter far dormire il proprio figlio a scuola anche se non rientra nelle categorie a cui offriamo questo tipo di servizio, contestare la nota che una maestra ha dato, comprare e installare un depuratore per l’acqua al fine di sostituire a mensa le bottiglie di plastica monouso con delle brocche, indicare ai docenti di non assegnare compiti per il lunedì, assumere una persona piuttosto che un’altra…). Non è necessario continuare quest’elenco che potrebbe essere infinito. Ciò che sempre mi sorprende è che ogni volta a chi arriva ad espormi la propria questione quella sembra un’esigenza assoluta, una questione di vita o di morte. Il primo grande aiuto per me è non prendere le distanze da chi ho di fronte e avere sempre più coscienza - anche grazie a ciò che mi pone e mi suscita - che quell’incontentabilità è presente anche in me seppur in particolari e flessioni diversi. È sempre necessario prendere sul serio quella reale mancanza che è al fondo ed emerge attraverso quella richiesta, quell’obiezione, quella lamentela. Spesso accadono dialoghi e confronti bellissimi in cui ci si aiuta a riconoscere che come scuola risolveremo sicuramente quel problema, risponderemo a quell’esigenza, miglioreremo quel servizio… ma tanto ci sarà sempre qualcos’altro che non c’andrà bene e in cui crederemo di poter identificare la ragione del nostro malcontento. Altre volte mi ritrovo un grande struggimento per chi non riesce o non vuole staccarsi dalla fissazione del particolare e, quando ottiene ciò che voleva si attacca subito ad un’altra questione. “Il mio cuore e la mia carne esultano nel Dio vivente” e non nella risoluzione dei problemi o delle difficoltà. La felicità non è uno stato d’animo o una condizione che dipende da come vanno le cose. Gesù è la Felicità in Persona. E“solo nella compagnia di Cristo, nell’esperienza di contemporaneità con la sua presenza, anche dentro mille fatiche, errori, paure e contraddizioni, tutto quello che siamo, quello che ci accade di vivere o che siamo chiamati a vivere, tutta la realtà segnata da una molteplicità di circostanze, fattori, rapporti… l’amore alla propria donna, al proprio uomo, ai figli, il lavoro, il dolore, la malattia… tutti gli istanti anche quelli più banali, tutto, ma proprio tutto, è pienamente abbracciato, veramente spiegato, riconosciuto nel suo vero e pieno significato. È veramente amato, posseduto, sopportato e sopportabile, affrontato e affrontabile, possibile e resistente; ragionevole e libero, totale e compiuto. Tutto emerge sempre come occasione e strada” (Nicolino Pompei, Senza di Me non potete fare nulla). Ho potuto verificarlo anche oggi. E lo dico con un esempio banalissimo rispetto ad altri sentiti come più importanti. Mi ero ritagliata il tempo di lavorare alla stesura di questo editoriale, quando mi sono accorta che un altro articolo, che credevo richiedesse solo una semplice lettura e la correzione di qualche svista, in realtà necessitava di un lavoro di revisione di almeno un paio d’ore. Lì per lì mi è preso un colpo e ho sentito salire un moto di ribellione verso chi non lo aveva scritto nei tempi indicati. Invocare lo Spirito Santo, chiedere al Signore di piegare ciò che in me è rigido, di scaldare ciò che in me è gelido, di drizzare ciò che è in me è sviato ha permesso che potessi ritrovarmi ad accogliere il sacrificio di ribaltare i programmi e di abbracciare un lavoro non previsto. Sono state effettivamente due ore di lavoro, c’è stato effettivamente molto da rivedere insieme a chi aveva scritto l’articolo (non è cambiata in sé e per sé la realtà), ma sono state due ore molto belle. Non sono cambiate le circostanze, è cambiato il mio sguardo, sono cambiata io in quelle stesse circostanze… È proprio vero che “tutto emerge sempre come occasione e strada”. Tutto, ma proprio tutto. E questo è bellissimo… E questa è la Felicità in Persona…

Barbara Braconi

LETTERA APOSTOLICA IN FORMA DI «MOTU PROPRIO» “APERUIT ILLIS”

30 settembre 2019

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