nel frammento

NUMERO 3 / ANNO 2018

Non prevalebunt

di Barbara Braconi

“Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa” (Lc 16,18). Quanto annunciato da Gesù a Simone, subito dopo la confessione di Cesarea, ha continuato a confermarsi in tutta la storia della Chiesa. Anche nei periodi più bui, si è sempre mostrata la solidità della Roccia della Chiesa. In un intervento di alcuni anni fa, così Nicolino diceva sulla presenza della Chiesa nel mondo e sull’affronto degli attacchi, anche interni, che può subire: “Ciò che questo tempo provoca è esattamente quello che, «dopo il crollo totale di una civiltà», ha suscitato e spinto non un prete, ma un laico, un giovane, un semplice battezzato, Benedetto da Norcia, a ripartire dall’Essenziale, cioè da Cristo stesso, trascinando con sé una moltitudine di uomini, compreso un grande Papa. Proprio ricominciando da Uno e non anteponendo mai nulla all’Amore di Cristo. Secoli dopo, «quando l’Europa sembrò ai vertici della sua potenza e invece ancora una volta l’edificio ecclesiale stava di nuovo per crollare», la presenza di Gesù travolge la vita di un giovane di Assisi, a cui parla personalmente dicendogli: ricostruisci la mia Chiesa. Non un ecclesiastico, un cardinale, un vescovo, un teologo, un esperto in pastorale… ma semplicemente un uomo, un giovane uomo, un carnalissimo giovane uomo travolto dal realissimo incontro con Gesù, dall’amore di Gesù, dal carnalissimo amore di Gesù. Tutto il Cristianesimo si è sempre affermato, diffuso e riaffermato per contagio, per attrattiva, nell’incontro e nell’impatto travolgente con la vita di uomini e di donne attratti e travolti dalla presenza di Gesù, accalorati nel cuore e nell’intelligenza dall’amore di Gesù. Attraverso uomini e donne ontologicamente commossi da Cristo. Nei momenti più cupi, «come quando anche il papato sembrava lì per lì per diventare il cappellano del re di Francia, chi salva la figura decisiva del Papa?»: ancora una volta una ragazza, una semplice ragazza analfabeta chiamata Caterina, Caterina da Siena” (Nicolino Pompei, Quello che abbiamo di più caro…). La storia ci mostra che nella Chiesa, comunque, c’è sempre qualcuno da guardare e da seguire, anche quando l’attacco del Maligno si fa sentire con forza. Mai come ora lo stesso Papa Francesco, con la fede, la serenità e la pace che lo contraddistinguono, parla esplicitamente del pericolo della divisione all’interno della Chiesa. Anche all’Angelus del 7 ottobre è tornato a ripetere la richiesta a tutti i cristiani di “pregare il Rosario ogni giorno nel mese di ottobre, concludendo con l’antifona «Sotto la tua protezione» e la preghiera a San Michele Arcangelo, per respingere gli attacchi del diavolo che vuole dividere la Chiesa”. Già Papa Paolo VI, oggi proclamato Santo, aveva così esplicitamente denunciato di avere la sensazione che: “da qualche fessura sia entrato il fumo di Satana nel tempio di Dio” (Omelia del 29 giugno 1972). Sin dall’inizio del suo pontificato Papa Francesco ha condannato le maldicenze, le calunnie, le chiacchiere denunciandone il pericolo e la menzogna per le relazioni umane ed ecclesiali. Negli ultimi tempi, di fronte alle gravi accuse di ecclesiastici come Mons. Viganò e alle gravi conseguenze che la Chiesa sta subendo da chi mormora e attacca il Papa e la Comunione ecclesiale, il Santo Padre non esita a definirli tentativi del diavolo di dividere e distruggere la Chiesa e, con la sapienza e la saggezza paterna dell’uomo di fede, vive e chiede il silenzio e la preghiera. In questi giorni mi è tornata in mente un’immagine tenerissima e al tempo stesso forte, che so essere molto cara a Papa Francesco. Così lui stesso ne parlò il 16 gennaio 2015 a Manila: “Vorrei anche dirvi una cosa molto personale. Io amo molto san Giuseppe, perché è un uomo forte e silenzioso. Sul mio tavolo ho un’immagine di san Giuseppe che dorme. E mentre dorme si prende cura della Chiesa! Sì! Può farlo, lo sappiamo. E quando ho un problema, una difficoltà, io scrivo un foglietto e lo metto sotto san Giuseppe, perché lo sogni! Questo gesto significa: prega per questo problema!». Nel riaffermare tutto il nostro amore, la nostra stima e la nostra obbedienza al grande Papa Francesco, ci uniamo a lui nella preghiera, certi che comunque, anche tra le onde più tempestose, che “le porte degli inferi non prevarranno mai” contro la Chiesa. Barbara Braconi

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